Oggi pomeriggio, in radio, i Modena City Ramblers facevano un'ospitata per parlare del loro nuovo progetto, come al solito impegnato, appassionante e condivisibile;
Non li ascoltavo da anni, ormai; il rapporto, già di molto indebolito nel corso degli anni, si era definitivamente lacerato dopo l'uscita di Cisco dal gruppo; era stato doloroso, per davvero.
No, no, non doloroso come per qualsiasi altro gruppo agli occhi di un fan, no, ve lo assicuro.
Loro avevano una cosa in più, assolutamente straordinaria; non erano tecnici, assolutamente non originali, non erano esaltanti dal vivo; ma andare a un concerto dei Modena, per diversi anni della mia vita, era l'unico modo di sentirmi davvero a casa.
Il pubblico.
Il pubblico, cazzo.
Quello era il loro punto di forza.
Persone che avevano non solo gusti musicali, ma una visione comune del mondo, ci si illudeva.
A ogni nuovo album non si pensava a quanto fosse ben studiato, ben suonato, ben arrangiato. Chissenefrega.
Si pensava cosa diavolo ne avrebbero pensato gli altri, quali emozioni avrebbe suscitato, ci si immaginava i concerti futuri, le birre, le sigarette, le discussioni, le nuove amicizie.
Oggi è stato diverso.
Oggi li ho ascoltati come faccio con chiunque altro, analizzandone l'esecuzione, il suono, la voce, i testi, e tutto il resto; è stato come guardare una donna che non vedevi da anni, e che per anni hai amato e chiederti come diavolo avesse potuto piacerti anche solo per un secondo;
è stato frustrante.
Sono cambiato. Io, non loro.
Peccato,
è stato bello, finchè è durato.
mercoledì 29 aprile 2009
Oh, please, stand by me..
La storia è questa:
quattro anni fa nasce "Playing for change", un progetto pensato per parlare di musica, di solidarietà, ma soprattutto di persone; e sono proprio le persone insieme alla sua natura multiculturale e all'estensione geografica a renderlo grandioso;
la storia e il fimato li trovate quì;
cinque minuti per ricordarsi che il mondo non è solo kebab, papi, ciarpame, e Cofferati;
grazie ad anecòico
quattro anni fa nasce "Playing for change", un progetto pensato per parlare di musica, di solidarietà, ma soprattutto di persone; e sono proprio le persone insieme alla sua natura multiculturale e all'estensione geografica a renderlo grandioso;
la storia e il fimato li trovate quì;
cinque minuti per ricordarsi che il mondo non è solo kebab, papi, ciarpame, e Cofferati;
grazie ad anecòico
martedì 28 aprile 2009
lunedì 27 aprile 2009
domenica 26 aprile 2009
All'anima de li mortacci

I votanti del sondaggio di Famiglia Cristiana sui personaggi più simpatici del Vangelo hanno un discreto senso dell'umorismo.
sabato 25 aprile 2009
A volte, ritornano
Ma che ci fa in Germania?
E l'Africa?
p.s.: la virgola nel titolo, per chi sa cogliere il riferimento. Altrimenti niente.
E l'Africa?
p.s.: la virgola nel titolo, per chi sa cogliere il riferimento. Altrimenti niente.
giovedì 23 aprile 2009
martedì 21 aprile 2009
Eppi bordai tu mi!
Commento saturo di entusiasmo immotivato per festeggiare il centesimo post.
E ora tutti a fare il trenino.
E ora tutti a fare il trenino.
lunedì 20 aprile 2009
Scemate
domenica 19 aprile 2009
Dietro le quinte

La storia è certamente da contestualizzare in un panorama di miseria e di disagio assoluto.
Ma fa comunque piuttosto schifo.
domenica 12 aprile 2009
Pro memoria pasquale
“L’interruzione di procedure mediche onerose, pericolose, straordinarie o
sproporzionate rispetto ai risultati ottenuti può essere legittima. Si rinuncia
all’accanimento terapeutico. Non si vuole così procurare la morte: si accetta di
non poterla impedire. Le decisioni spettano al paziente, se ne ha la competenza
e la capacità, o altrimenti a coloro che ne hanno legalmente diritto,
rispettando sempre la ragionevole volontà e gli interessi legittimi del
paziente.”
Cardinal Joseph Ratzinger, catechismo della Chiesa cattolica, 1994, par.
2278.
Hai visto mai che torni buona.
Via Luttazzi
sabato 11 aprile 2009
Pulizie di primavera
venerdì 10 aprile 2009
giovedì 9 aprile 2009
martedì 7 aprile 2009
Eh, già
"Siamo ancora abbastanza scossi"
Emma D'Aquino, inviata del Tg1 da Onna, poco dopo il forte terremoto delle 19 e 35
Prova con "ciarlatano"
Quelli de Il primo cerchio chiudono definitivamente la questione del fantomatico ricercatore "preveggente".
Purtroppo temo che la questione si rivelerà tutt'altro che chiusa per i media.
E per gli sciacalli.
Purtroppo temo che la questione si rivelerà tutt'altro che chiusa per i media.
E per gli sciacalli.
lunedì 6 aprile 2009
Earthquake on the radio
Brusco risveglio, stamattina.
Tutta la giornata è trascorsa così, al lavoro, in auto, le cronache del disastro si facevano più dettagliate, e sempre meno confortanti;
ho apprezzato la linea tenuta da Radiorai che , perfino su Radio2 (dedicata solitamente all'intrattenimento), ha scelto di stravolgere il palinsesto e di fare un ottimo (davvero, finalmente) servizio pubblico; non voglio dire che questo fosse l'unico modo di affrontare la cosa, per carità (chi ha scelto di fare intrattenimento nonostante tutto non ha certo percorso una via semplice), ma Radiorai è riuscita a gestire la tragedia con sensibilità e buonsenso, dando spazio ad appelli e testimonianze utili e circoscrivendo polemiche idiote e dichiarazioni farneticanti (Di Pietro su tutti, ma l'elenco è lunghissimo).
Paradossalmente il livello dell'informazione si abbassava notevolmente in corrispondenza dei Gr, dove, come al solito, si è fatto largo sfoggio di espressioni abusate e di pigrissimi clichè giornalistici (l'ultimo è stato un capolavoro di mixaggio: "...nel frattempo si è prontamente scatenata la macchina degli aiuti dall'estero..."), ma per il resto la gestione del palinsesto è stata impeccabile.
Bravi.
Poi sono arrivato a casa, e ho fatto l'unica cosa intelligente che mi venisse in mente:
ho preso la bici e ho pedalato come un pazzo per quaranta chilometri.
Non sarà servito a niente,
ma mi sono sentito meglio.
Tutta la giornata è trascorsa così, al lavoro, in auto, le cronache del disastro si facevano più dettagliate, e sempre meno confortanti;
ho apprezzato la linea tenuta da Radiorai che , perfino su Radio2 (dedicata solitamente all'intrattenimento), ha scelto di stravolgere il palinsesto e di fare un ottimo (davvero, finalmente) servizio pubblico; non voglio dire che questo fosse l'unico modo di affrontare la cosa, per carità (chi ha scelto di fare intrattenimento nonostante tutto non ha certo percorso una via semplice), ma Radiorai è riuscita a gestire la tragedia con sensibilità e buonsenso, dando spazio ad appelli e testimonianze utili e circoscrivendo polemiche idiote e dichiarazioni farneticanti (Di Pietro su tutti, ma l'elenco è lunghissimo).
Paradossalmente il livello dell'informazione si abbassava notevolmente in corrispondenza dei Gr, dove, come al solito, si è fatto largo sfoggio di espressioni abusate e di pigrissimi clichè giornalistici (l'ultimo è stato un capolavoro di mixaggio: "...nel frattempo si è prontamente scatenata la macchina degli aiuti dall'estero..."), ma per il resto la gestione del palinsesto è stata impeccabile.
Bravi.
Poi sono arrivato a casa, e ho fatto l'unica cosa intelligente che mi venisse in mente:
ho preso la bici e ho pedalato come un pazzo per quaranta chilometri.
Non sarà servito a niente,
ma mi sono sentito meglio.
sabato 4 aprile 2009
venerdì 3 aprile 2009
"Get out of my property"

C'è una cosa da dire: la storia non è male, ma sono quasi certo che senza questo strepitoso ottantenne ad interpretare in toto la parte del vecchio reazionario reduce della guerra in Corea, probabilmente mi sarei addormentato molto prima del colpo di genio finale;
la storia è costruita da lui e su di lui, non ce n'è; non riesco a immaginare nessun altro al suo posto.
Perchè quello non è un ruolo, quello è proprio il vecchio Clint.
Integerrimo, scontroso, ultraconservatore, razzista, abitudinario, orgoglioso; molto più legato ai suoi ottanta metri quadri di giardino che alla vita dei suoi figli, che, peraltro, ricambiano;
Tutti i clichè tipici dell'americano medio del midwest sono rappresentati alla perfezione da Clint e da quello che Clint ha rappresentato in tutta la sua carriera (ultimo splendido decennio escluso);
Un'altra cosa: quando uno arriva a ottant'anni in genere ci si accontenta che sia ancora autosufficiente; lui oltre a dimostrare una volta di più una lucidità mentale e una sensibilità fuori dal comune, è uno di quelli che se ti dice: "ti sei mai accorto che c'è qualcuno che è meglio non fare incazzare?" tu, capisci immediatamente che sta parlando di se stesso.
Foss'anche in pigiama in mezzo ad un esercito di energumeni armati.
Figo oltre ogni limite.
I love this game
La settimana scorsa quello sbragone di Dwayne Wade ha infilato il canestro dell'anno, e poi ha sfidato chiunque a riprovarci:
LeBron James gli ha fatto capire che può tranquillamente andarsene a pelare patate.
LeBron James gli ha fatto capire che può tranquillamente andarsene a pelare patate.
Ma figurati
Gira voce che il prossimo direttore del TG1 sarà Maurizio Belpietro.
Ma tanto io non ci credo.
Ma tanto io non ci credo.
mercoledì 1 aprile 2009
Pappappero
In Francia si è già arrivati al sequestrare imprenditori;
A Verona, invece, lo scontro sociale lo gestiscono diversamente.
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